Matteo Strukul è al suo primo romanzo,
ma parte avvantaggiato: La Ballata di Mila inaugura la nuova collana
Sabot/Age della E/O curata da Massimo Carlotto, esce nelle librerie con
la solenne benedizione di quest'ultimo, insieme a quella di Tim
Willocks in quarta di copertina, ed è stato pubblicizzato molto e bene.
Strukul è responsabile dell'ufficio
stampa di Meridiano Zero, inoltre scrive di musica su riviste e
periodici ed è cofondatore di SugarPulp; è proprio allo
SugarPulp Festival che ho avuto il piacere di conoscerlo, e finalmente sono riuscita a leggere il suo romanzo.
Insomma, un esordio da romanziere in
pompa magna ed un curriculum gustoso, due premesse che lasciano ben
sperare ma che potrebbero anche alimentare
aspettative eccessive.
La trama vede contrapposte due bande
criminali, una veneta ed una cinese, impegnate a contendersi il
territorio del Nord-Est italiano, dove svolgono le loro attività
illecite di vario genere; nel mezzo alle due gang c'è Mila Zago, assassina
bellissima, brillante e assetata di vendetta. Perchè la banda del
veneto Pagnan le ha ammazzato il padre, l'ha stuprata e poi l'ha
fatta franca, e Mila è decisa a fare in modo che criminalità veneta
e mafia cinese si scontrino e si annientino a vicenda.
I protagonisti sono caratterizzati in modo netto e molto “grafico”, pronti per essere disegnati (e infatti...), e sono ai limiti del personaggio da b-movie di genere: nel senso che i gangster veneto sono talmente veneti che mangiano trippe alla veneta e bigoli, i mafiosi cinesi sono estremamente cinesi, anche i soprannomi parlano da soli (Trippa, Poenta e Pivello su tutti).
La storia è semplice e velocissima, ha
i tempi del fumetto e del cinema d'azione, e ad entrambi Strukul paga
il suo tributo distribuendo citazioni più o meno esplicite in
abbondanza, e non lesina sangue, armi e pallottole di ogni tipo,
violenza e ironia. Da Carlotto ha imparato a rendere il territorio
uno dei protagonisti principali del romanzo, un elemento
caratterizzante forte e non un semplice fondale; da Tarantino ha
preso il gusto per i dialoghi surreali e pieni di divagazioni inutili ma divertenti, e soprattutto la
figura della donna-spietata-macchina-di-morte-e-vendetta (vedi la
sposa di Kill Bill, paragone scritto un po' ovunque ma inevitabile). E poi ci sono le influenze fortissime dei fumetti e dei romanzi pulp e noir.
A mio parere Matteo Strukul non ha
messo in campo elementi nuovi, semmai li ha mescolati in modo
originale scrivendo un romanzo che va veloce come un film ed è
esagerato come un fumetto. Peccato che la storia sia uno scheletro un
po' esile per un personaggio forte come Mila, una figura davvero
irresistibile (pure troppo). E' impossibile non farsi piacere Mila Zago: è una macchina di morte e distruzione, è una gran figa coi dreadlocks rossi, gli occhioni verdi e il sorriso maliardo, ha la battuta pronta e sa quello che vuole.
Non stupisce sapere che la
rincontreremo presto; il capitolo finale del libro è praticamente
l'inizio di una nuova avventura, e Mila diventerà presto anche un
fumetto.
“Cosa devi pensare quando tua madre non ti vuole, che tuo padre viene ucciso, che tu vieni stuprata e che il mandante dell'omicidio se ne sta libero e fresco a pianificare il prossimo progetto criminale?.
Per questo ho deciso di diventare quella che sono.”
Autore: Matteo Strukul
Titolo: La Ballata di Mila
Casa Editrice: E/O, 2011
Collana: Sabot/Age
199 pagine
2 commenti:
sarei curiosa di sapere cosa ne pensa Matteo di questa recensione. Io non ho letto il libro ma penso che sia perfetta.
Claudia grazie infinite della recensione, sono d'accordo praticamente su tutto e il pezzo è una polaroid perfetta di quello che ho tentato di fare. Giuro che nel sequel provo a scrivere una storia più complessa! Un abbraccio, Matteo
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