giovedì 26 marzo 2009

L'amica della Signora Maigret (Georges Simenon)

Torno a parlarvi di un mio vecchio amico che ho rincontrato recentemente, il commissario Maigret! Ebbene sì, per qualche mese ho letto altro, ma poi sono tornata al mio vecchio amico Maigret, e questa volta mi sono comprata un romanzo che volevo leggere da tempo, l'Amica della Signora Maigret. L'avevo puntato perché (come si capisce anche dal titolo) avevo letto che getta un po' di luce sulla figura della signora Maigret, sempre un po' troppo coperta dalla grossa ombra del marito, e la mia curiosità verso questa figura era tanta.
Certo il romanzo mostra una signora Maigret un po' più protagonista e quantomeno insolita, ma leggendolo la sorpresa è stata un'altra, ovvero la luce che Simenon ha gettato su un altro personaggio secondario, il giovane ispettore Lapointe, che mi ha conquistata ancora di più della moglie del commissario.

La trama
La polizia di Parigi è in subbuglio, il commissario Maigret e tutti i suoi ispettori sono concentrati sulla risoluzione del caso Steuvels, un caso piuttosto complicato che ha colpito molto l'opinione pubblica,e i maggiori giornali di Parigi non fanno che parlarne e mettere in discussione la credibilità della polizia che non riesce a venirne a capo.
Franz Steuvels è un rilegatore molto rinomato e richiesto di rue de la Tourenne, sposato con Fernande, una ex-prostituta. I due vivono nel seminterrato sottostante al laboratorio di rilegatoria, che si affaccia sulla strada tramite un vetrina, che è l'unica fonte di luce di tutto l'alloggio e la maggior parte delle loro vite si svolge fra le mura buie di quella triste abitazione.
Una telefonata anonima ha avvertito la polizia che Steuvels stava bruciando un cadavere nella sua caldaia; la polizia fa un sopralluogo, quindi un perquisizione: nessuna traccia di omicidio o cadaveri, soltanto due denti umani sul fondo della caldaia e qualche macchia di sangue su un completo blu.

Steuvels viene arrestato ma si professa innocente, dice che il completo non è suo, ma non fornisce neanche una spiegazione per quanto è stato trovato in casa sua. Sua moglie non può fornirgli un alibi perché ha ricevuto un telegramma che la chiama urgentemente al suo paese per soccorrere l'anziana madre, ma una volta giunta lì il telegramma si è rivelato falso.
Intorno a Steuvels si appiccicano altri due personaggi che non piacciono affatto al commissario Maigret e neanche a me. Il primo è Liotard, un avvocato giovane e ancora poco famoso, ma molto ambizioso e anche scorretto, che si propone subito per la difesa di Steuvels, sperando di poter sfruttare a proprio vantaggio la popolarità del caso. Il secondo è Alfonsi, un ex-poliziotto che è stato allontanato dalla polizia per una serie di buoni motivi, e per questo prova invidia rancore nei confronti di tutta la polizia giudiziaria e ovviamente di Maigret.

Parallelamente scopriamo che la signora Maigret quando va dal dentista una volta alla settimana, arriva all'appuntamento un po' prima e si ferma nel giardino di fronte per fare due chiacchiere con una distinta signora che indossa un bel cappellino bianco e che porta fuori il suo bambino. Ma un giorno mentre conversano la giovane signora improvvisamente vede qualcosa che la turba, affida precipitosamente il bambino alla signora Maigret, salta su un taxi e sparisce.
Ricompare solo parecchie ore più tardi, acchiappa il bambino al volo senza neanche scendere dal taxi e sparisce di nuovo.La signora Maigret è arrabbiata e turbata, ma soprattutto preoccupata per il povero Maigret che la aspetta a casa mangiando pane e formaggio da solo, perché la gallina nel frattempo è bruciata.

I due avvenimenti sembrano slegati fra loro, finché non si scopre che chi ha mandato il telegramma fasullo a Fernande Steuvels è proprio la misteriosa amica della signora Maigret!
Il commissario continua le sue indagini, tutti gli ispettori, capitanati dal buon Lucas sono impegnati con questo caso, ma non ci sono svolte decisive…
Finché la signora Maigret non si mette in testa di scoprire qualcosa da sola! Si mette a girare a piedi tutto il giorno e alla fine scopre dove è stato comprato il famigerato cappellino bianco, ma soprattutto chi l'ha comprato. Ed è a questo punto che le indagini di Maigret fanno un balzo in avanti, la verità viene ricostruita e il cerchio si stringe intorno ai colpevoli.

Mio commento
Il romanzo è forse uno dei migliori di Simenon che mi è capitato di leggere con protagonista il commissario Maigret. La vicenda si svolge interamente a Parigi, habitat naturale del commissario, e davvero propone un signora Maigret insolitamente protagonista e insolitamente intraprendente. Per la prima volta molla i fornelli e parte alla ricerca del cappellino misterioso, mette da parte dolcezza e remissività e tira fuori un temperamento inaspettato che sorprende tutti, sia il commissario che il lettore. Non crediate che la signora Maigret sia diventata una specie di signora in giallo, si limita alla caccia al cappellino, dopodichè si rintana di nuovo in cucina, ma anche questa incursione temporanea nel lavoro del marito è già qualcosa ;-)
Ma come vi ho detto mi è piaciuta tanto anche la descrizione di Lapointe, che in questo romanzo è particolarmente approfondita: ne viene fuori il ritratto di un ventiquattrenne ancora fresco e ingenuo ma anche ambizioso e deciso, in perenne adorazione del suo prode commissario, lo guarda con ammirazione, cerca di compiacerlo e di precedere gli ordini, vorrebbe chiamarlo "capo" come fanno Lucas, Torrente e Janvier ma ha troppa paura di mancare di rispetto e lo chiama sempre "commissario". Fino alla fine del romanzo, dove preso dall'eccitazione di aver fatto una cosa proibita ma necessaria per il suo commissario… beh alla fine gli scappa un "capo" ed è tenerissimo e traboccante di orgoglio!

Conclusioni
Sicuramente vi consiglio anche questo capitolo della sterminata saga del commissario Maigret, direi che è perfetto da leggere al mare o durante un viaggio per ammazzare il tempo anche se non si è fanatici del commissario… Per chi invece come me lo conosce e lo ama da tempo è l'occasione giusta per approfondire la conoscenza anche con altri due personaggi molto interessanti, la signora Maigret e il giovane tenerissimo ispettore Lapointe.
Sono poco più di 160 pagine per 8 euro, l'edizione è quella classica Adelphi della collana "le inchieste di Maigret", quelle con le copertine gialle e le fotografie retrò.

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Maigret, Lognon e i Gangster (Simenon)

Rieccomi all'attacco col commissario Maigret! Tra i miei ultimi acquisti in fatto di libri infatti c'erano due nuovi romanzi di Georges Simenon con protagonista il mio amato commissario con la pipa, e ho scelto proprio due avventure che gettassero luce su due personaggi di solito marginali ma che avevo voglia di conoscere meglio. Prima è stata la volta della Signora Maigret, con L'amica della signora Maigret, e questa volta è toccato allo sfigatissimo ispettore Lognon il Lagnoso, con "Maigret, Lognon e i gangster".

Trama
Questa volta Maigret si trova coinvolto suo malgrado in un caso intricato e internazionale, e tutto parte proprio dal povero Lognon, lo zimbello della polizia di Parigi… infatti riceve una telefonata dalla signora Lognon, una donna lagnosa e sfigata quanto il marito, costantemente malaticcia e pronta a compiangersi, che segnala la sparizione proprio del marito ispettore, e la successiva apparizione in casa sua di tre tipi americani loschissimi che cercavano insistentemente qualcosa o qualcuno.
Un bel grattacapo per Maigret! Per fortuna presto il Lagnoso ricompare, con una storia molto strana da raccontare: se ne stava appostato in una piazza di Parigi, di notte, in attesa di beccare uno spacciatore, quando all'improvviso arriva un'auto, scarica un corpo in mezzo alla strada e riparte. Neanche il tempo di chiamare i rinforzi che arriva un'altra macchina, carica il corpo e sparisce.

Ma poco dopo Maigret riceve un'altra telefonata dalla noiosissima signora Lognon, l'ispettore Lognon è di nuovo scomparso!
Questa volta ricompare su una strada al margine di una foresta, in stato confusionale dalle botte che ha preso… e sono stati di nuovo loro, i gangster americani che volevano sapere da Lognon che fine avesse fatto il corpo, ma che ne sapeva lui poverino!
Così Maigret si mette alla ricerca dei gangster, telefona ai suoi contatti all'FBI per avere informazioni sugli americani e cerca di carpire informazioni da Luigi e Pozzo, due italo-americani che hanno aperto dei locali a Parigi frequentati dai loro connazionali.

E tutti ripetono sempre a Maigret la solita storia: che deve stare attento, che questi sono gangster, assassini spietati, mica criminali di serie B come quelli a cui è abituata la polizia Parigina, che non è preparato per un caso di questa portata, che a dar noia a certa gente si rischia grosso… Figuriamoci se Maigret si fa intimidire da queste storie, anzi, non fanno che irritarlo ed innervosirlo, alla fine la prende come una sfida personale e decide che prenderà assolutamente i gangster per dimostrare a tutti che la polizia parigina non è inferiore a nessuno!
Mie considerazioni
Il romanzo mi è piaciuto tanto, come sempre del resto quando c'è di Mezzo Maigret, questa avventura del commissario poi è più ricca di azione e suspance del solito, c'è persino una sparatoria, cosa assai rara nelle storie di Maigret, e alla fine il commissario è addirittura costretto a prendere la sua pistola, che di solito non porta mai con sé e non ama usare, e a sparare un colpo, tra l'altro ben assestato :-P
E poi nella sua caccia agli americani viene fuori un lato del carattere di Maigret, che sa essere amichevole e bonario, ma qua diventa ostinato, tenace e testardo, sente di essere in qualche modo sfidato e ne fa una questione personale, non lo fa per motivi di onore o reputazione, ma perché è proprio indispettito da tutta questa riverenza nei confronti dei gangtser che stenta a capire.

La figura dell'ispettore Lognon è molto umoristica e spesso grottesca, ma anche molto triste: Lognon è un ispettore di polizia che ammira molto Maigret anche se non lavora con lui al Quai des Orfevres, ma che risulta a tutti i colleghi noioso, costantemente insoddisfatto, sempre pronto a compiangersi… Lognon è pedante, pignolo e scrupoloso nel suo lavoro, ma non è particolarmente sagace o dotato di intuito, e così non avanza di carriera. Ovviamente è intimamente convinto di meritare una promozione ma di non ottenerla mai perché tutto il mondo ignora beatamente i suoi continui sforzi e sacrifici.
Oltretutto ha un'ulteriore condanna, ovvero una moglie altrettanto grigia e lamentosa, costantemente malata e piena di acciacchi tanto che non può uscire di casa, insomma una palla al piede.

Lognon è un personaggio molto Pirandelliano, che contrasta con la simpatia e la bonarietà del commissario Maigret, che ogni tanto appare marginalmente nei romanzi di Simenon, ma questa volta è eletto al ruolo di personaggio secondario e riusciamo a conoscerlo meglio, almeno nella prima parte del romanzo, perché dal momento in cui viene zombato di botte finisce in ospedale e non fa più nulla! :-P

Il romanzo è edito dalla Adelphi nella collana "Le inchieste di Maigret", libricini gialli da 8 euro l'uno che si leggono in due o tre giorni, perfetti per la spiaggia o per ammazzare un viaggio in treno.
Consigliatissimo.


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lunedì 16 marzo 2009

La Taverna delle Ombre - Candace Robb

Questo è uno dei libri che mi hanno fatto compagnia questa estate in spiaggia, tra un pisolino e un tuffo in mare. L'ho comprato a giugno in offerta speciale, ma era da un po' di tempo che lo puntavo in libreria, perché di Candace Robb ho già letto altri libri, e mi sono piaciuti molto.
Prima di questo la Robb ha scritto la saga di Owen Archer, ovvero otto gialli medievali ambientati nell'Inghilterra del 1300 con protagonista lui, l'arciere orbo che risolve intrighi e misteri e cattura gli assassini sullo sfondo della città di York.
Mi sono sempre piaciuti i gialli storici in generale e medievali in particolare, e sono rimasta particolarmente affascinata dalla figura di Owen Archer, così appena la Robb ha dato vita ad una nuova saga e ad un nuovo personaggio investigatore non mi sono lasciata sfuggire il primo romanzo.
L'autrice
Sulla vita privata di Candace Robb si sa poco o nulla: sappiamo che si è laureata in letteratura medievale anglosassone all'Università di Cincinnati, e che ha scritto il suo primo romanzo, "La Rosa del Farmacista", appena laureata, ed è stato subito un successo di pubblico e di critica. Adesso vive a Seattle col marito, anche se spesso è in Europa, tra York, Londra ed Edimburgo, per effettuare le ricerche utili per scrivere i suoi romanzi. Tuttora continua a studiare storia e letteratura medievale.Se vi va di approfondire il suo sito è questo http://www.candacerobb.com/
Dal suo sito si evince anche che la passione per il medioevo l'ha spinta a pettinarsi come un paggio.
La trama
Questa volta la protagonista è una giovane donna, e l'ambientazione è quella della Scozia del XIII secolo, un periodo molto particolare e critico per questa terra.
Margaret Kerr vive nella Scozia del nord, è la moglie di un mercante che passa interi mesi in giro per affari. Ma da troppi mesi suo marito Roger non torna a casa, sembra proprio sparito… il cugino di Roger, Jack, decide quindi di andare a cercarlo ad Edimburgo, l'ultimo luogo da cui Roger ha dato notizie di sé.
Ma dopo alcuni giorni Jack torna a casa… morto stecchito, ammazzato brutalmente, per la precisione.
Margaret si è proprio stufata di stare a ricamare mentre aspetta il marito a casa della suocera, e la morte di Jack le insinua nella mente ulteriori sospetti: è stato ucciso perché cercava Roger? Anche Roger potrebbe essere morto… Così decide testardamente di mettersi in viaggio verso Edimburgo, accompagnata dalla fantesca Celia e armata dell'unico, labile indizio in suo possesso, un piccolo peso da telaio che Jack stringeva in mano, per scoprire cosa è successo a Roger e fare luce sulla morte di Jack (che era pure belloccio e galante, e lei ci aveva anche fatto un pensierino…).

Ma una volta arrivata ad Edimburgo non trova l'accoglienza che si era immaginata: viene ospitata nella taverna dello zio Murdoch, un luogo non proprio adatto ad una signora, e poi c'è lo zio, che invece di essere felice di rivederla dopo tanto tempo è veramente scocciato dalla sua presenza.Il fratello di Margaret, Andrew, è un monaco dell'abbazia di Holyrood, al servizio del potente abate Adam, e anche lui sembra aver qualcosa da nascondere…
Il clima in città poi non è dei migliori: gli Inglesi hanno invaso la Scozia, e i loro soldati controllano la città e tengono al giogo gli orgogliosi scozzesi (che però covano la ribellione sotto la cenere), riducendo praticamente a zero la vita in città: tutti hanno paura, il mercato è deserto, le strade sono infide, gli sconosciuti sono guardati con estremo sospetto, soprattutto se mostrano di fraternizzare con gli invasori inglesi.

Margaret comincia ad indagare in questo clima a dir poco ostile a tutto e tutti, e quello che scopre con molta fatica non la rassicura affatto.Roger avrebbe accompagnato una ricca e misteriosa dama inglese fino ad Edimburgo, e con lei avrebbe passato molto tempo… sarà la sua amante? Oppure Roger ha tradito la sua gente ed è passato dalla parte degli Inglesi?
In più molti in città stanno organizzando complotti e resistenze nel tentativo di riportare sul trono il legittimo re di Scozia, John Balliol, tra cui suo zio Murdoch.
Suo fratello Andrew invece, ha già tradito la sua gente, è stato costretto dall'abate Adam a svolgere alcuni servizi molto compromettenti per gli Inglesi, e non ha avuto il coraggio di ribellarsi al suo superiore, così ora convive anche con i sensi di colpa.Come se non bastasse altri personaggi in città vengono trovati brutalmente assassinati, e la questione si a sempre più intricata e contorta…
In questa atmosfera soffocante e infida, riuscirà Margaret a riportare un po' di luce nella sua vita, a scoprire cosa è successo a Roger (e quindi cosa ne sarà di lei) e chi ha ucciso il povero Jack?
Mia opinione
Il romanzo mi è piaciuto molto, per diversi motivi. Prima di tutto per la scrittura di Candace Robb, sempre scorrevole e interessante, moderna ma al contempo fedele all'ambiente del tredicesimo secolo. La sua ricostruzione storica di Edimburgo e dei suoi abitanti è molto accurata e precisa, anche se non indulge troppo nelle descrizioni, ad esempio delle condizioni di vita e delle incombenze quotidiane, che comunque mi sarebbero interessate molto.
In secondo luogo il giallo ha una struttura ben organizzata, rispetta alla perfezione tutte le regole della narrativa di genere e non diventa mai scontato. Il giallo è un genere con delle regole ben precise, e difficilmente mi piacciono i romanzi che le stravolgono, anche perché per stravolgere delle regole così assodate bisogna conoscerle davvero benissimo ed essere dei geni.
Terzo motivo, apre una finestra davvero affascinante sulla situazione storico-politica della Scozia del 1200: è la Scozia di William Wallace, invasa dagli Inglesi e divisa al suo interno in diverse e accese fazioni, principalmente quella a favore di John Balliol e quella pro Robert Bruce, l'altro pretendente al trono di Scozia…Una nazione sempre in bilico tra la guerra per la libertà e la guerra civile, un popolo fiero pronto a lottare contro l'invasore ma anche a scannarsi tra di loro per sostenere il nobile rampollo della famiglia di turno.

William Wallace, John Balliol e Robert Bruce sono personaggi storici realmente esistiti e ampiamente documentati (sì, è quel William Wallace lì, quello di Braveheart e del simpaticone di Mel Gibson….), non sono protagonisti del romanzo, ma si muovono sullo sfondo, le loro tormentate vicende politiche si intrecciano a quelle di Margaret e anche se non sono al centro della vicenda finiscono per essere il fulcro della storia, il motore che innesca tutto, la morte di Jack, la sparizione di Roger, il viaggio di Margaret.

Conclusioni
Non mi resta che consigliarvi questo romanzo, piacerà sicuramente agli appassionati di gialli e agli appassionati di storia, è scorrevole ed appassionante, si legge velocemente e piacevolmente in pochi giorni, e se il personaggio di Margaret vi è piaciuto preparatevi perché la Robb ne sfornerà sicuramente altri con questa protagonista.

Detto questo il libro potrebbe meritare il massimo della valutazione, ma se la gioca nel confronto con Owen Archer: ebbene sì, l'ex arciere gallese orbo riciclatosi come farmacista mi è piaciuto di più, forse perché dopo ben otto romanzi mi sembra di conoscerlo come un amico, forse perché è bello, affascinante e leggermente dannato, con la sua benda sull'occhio sinistro che lo rende apparentemente "cattivo", forse perché l'ambientazione di York mi è piaciuta leggermente di più, con quella magnifica cattedrale (che ho anche visitato diversi anni fa) che domina fisicamente e spiritualmente la città e i suoi abitanti…

Il libro è edito dalla Piemme, io ho l'edizione economica e l'ho pagato 10 euro.

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venerdì 6 marzo 2009

Il Porto delle Nebbie - Georges Simenon

Spero di non annoiarvi con le avventure del commissario Maigret, perché ce n'è un'altra fresca fresca!
Questo è uno dei primi romanzi scritti da Georges Simenon con protagonista il nostro (anzi mio) amato commissario con la pipa e il soprabito col risvolto di velluto. È stato scritto nel 1932 a bordo dell'Ostrogoth, il cutter che Simenon chiamava affettuosamente "bateau-home", e che era ancorato nel porto di Ouistreham.
Ed è proprio quello di Ouistreham il porto delle nebbie del titolo. Un piccolo paese vicino a Caen, nel Calvados, Bassa Normandia, , dove la vita degli abitanti ruota intorno alla chiusa, dove le abitudini e le attività dei cittadini seguono di pari passo il ritmo delle maree. La chiusa separa il mare dal canale che porta a Caen, e regola il transito delle navi che fanno la spola tra il capoluogo del Calvados e le coste inglesi.

 Maigret giunge in questo angolo di Francia in treno, accompagnato da due personaggi piuttosto particolari. Il primo è il capitano Joris, sempre silenzioso e con una parrucca poggiata sulla testa calva. È stato trovato pochi giorni prima mentre girovagava per Parigi, senza documenti ma con abiti nuovi e denaro in tasca, ma soprattutto con una vistosa ferita da proiettile in testa, che però era stata curata bene e si stava rimarginando. Probabilmente a causa della ferita lo sconosciuto non parla e non comunica in alcun modo…
Per fortuna dopo qualche giorno si è fatta avanti una ragazza che ha riconosciuto lo sventurato e ha potuto confermare che si tratta proprio di Yves Joris, ex capitano della marina mercantile e comandante del porto di Ouisteham.
È scomparso 6 settimane prima da Ouistreham senza lasciare traccia, ed è ricomparso a Parigi ferito, curato, senza documenti e senza favella. Un bel mistero!La ragazza, l'altra compagna di viaggio di maigret, è Julie Legrand, la domestica del capitano. È sinceramente affezionata al capitano e va a Parigi per riprenderlo e riportarlo a casa.Con loro c'è anche Maigret, che vuole risolvere il mistero di Joris.

All'arrivo Maigret scopre un paesino immerso in una fitta nebbia, così fitta che non si riesce a vedere ad un palmo dal naso, umida e piena di goccioline di pioggia in sospensione che bagnano tutto fino all'osso.
La nebbia di Ouistreham nasconde la diga, il bacino e il ponte girevole, ma cela anche i suoi abitanti, rifugiati nelle case o alla Buvette de la Marine, la taverna del porto frequentata da marinai e portuali.
Maigret accompagna Julie e il capitano nella loro casetta accanto al faro e poi si sistema in hotel. Ma proprio quella notte il capitano si sente male, e la mattina muore. Avvelenato!!! Chi può aver ucciso il povero capitano Joris, che sembra aver sempre vissuto molto tranquillamente e non essersi fatto nemici?Forse la cara povera Julie? O forse suo fratello Grand-Louis, un marinaio losco e di poche parole, che lavora sulla goletta mercantile Saint-Michel per un capitano altrettanto losco e taciturno?
Forse il sindaco Grandmaison, che sembra proprio nascondere qualcosa ma non si capisce cosa… O forse ancora il misterioso ed elegante passeggero del Saint-Michel, che è sgusciato fuori dalla goletta e si è nascosto da qualche parte?

Maigret frequenta tutti gli ambienti contenuti nella piccola cittadina, ambienti diversi e rigorosamente separati: c'è la Ouistreham del porto, intorno a cui gravitano i portuali e i marinai che si ritrovano a bere grog alla Buvette de la Marine. C'è la Ouistreham paese, popolare e popolana, separata anche fisicamente dal porto. E c'è una Ouistreham borghese e perbene, fatta di villini signorili, battute di caccia e pranzi di rappresentanza, che ruota intorno al sindaco Grandmaison.
La cosa certa è che tutti nascondono qualcosa, quando i cittadini di Ouistreham parlano con il commissario Maigret tengono sempre qualcosa per sé. La nebbia sembra avvolgere tutto, anche i personaggi e le loro versioni dei fatti.
Maigret dopo qualche giorno deve chiamare anche il fidato ispettore Lucas, perché i sospettati da tenere d'occhio cominciano a diventare troppi per il solo commissario.

Ma alla fine come sempre Maigret riesce a risolvere il mistero, e a svelare menzogne e mentitori. Certo tutti hanno mentito, ma non tutti sono i cattivi… ed una volta risolto il mistero la nebbia e la pioggia che hanno tormentato Ouistreham finalmente si dissolvono, permettendo a Maigret di assaporare finalmente il paesino senza quella coltre fitta, fredda e pesante che lo opprimeva.
Ma Maigret in questo romanzo viene anche beffato, infatti alla fine viene legato come un salame, imbavagliato e gettato sulla riva in piena notte, costretto ad aspettare il mattino legato e inzuppato! Stesso gramo destino tocca anche al povero ispettore Lucas. Non vi dico chi è stato ad insalamare Maigret e Lucas e neanche perché, ma vi posso garantire che il commissario si arrabbia un sacco per questo tiro e medita vendetta!!!

Il Porto delle Nebbie è un'altra avventura di Maigret che vi consiglio, come sempre la scrittura è piacevole e scorrevole, gli umori e i sentimenti di Maigret traspaiono chiaramente, il suo carattere curioso e gaudente, a volte gioviale a volte scontroso, i suoi accessi di rabbia e i suoi momenti di buon umore…
Tutto questo fa di Maigret un personaggio vivo e vitale nella mente del lettore, quasi reale, un vecchio amico che si rincontra dopo tanto tempo e ci si accorge che non è cambiato affatto dall'ultima volta…

Edito dalla casa editrice Adelphi nella collana "le inchieste di Maigret", prezzo: 8 euro.

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lunedì 2 marzo 2009

La Rivoltella di Maigret - Simenon

Torniamo ancora una volta alle inchieste del commissario della polizia giudiziaria Jules Maigret!Questa inchiesta è un po' anomala per i canoni classici delle avventure di Maigret, e si capisce fin dalla prima pagina.
L'inchiesta non parte come al solito dal commissariato di Quai des Orfevres, ma da una telefonata della signora Maigret, che se ne stava tranquilla in casa sua, in Boulevard Richard-Lenoir, a preparare il pranzo.
Uno strano giovane ha suonato alla porta di casa Maigret chiedendo di parlare con il commissario. La signora Maigret, come sempre gentilissima e portata a fidarsi del prossimo lo accoglie in salotto nell'attesa che il commissario torni dal lavoro, e intanto telefona al marito annunciandogli la presenza del giovane che lo aspetta.
Ma Maigret come al solito se la prende con calma e si ferma a bere un aperitivo con un collega prima di tornare a casa. Quando torna il giovane se n'è andato senza dire nulla, la signora Maigret cade dalle nuvole e la rivoltella di Maigret è scomparsa!!!
Maigret non ha mai portato armi con sé, non è proprio un tipo da pistola, ma in occasione della sua visita all'FBI i colleghi americani gli hanno regalato una grossa automatica con le sue iniziali incise, come ricordo.

La teneva sempre scarica in un cassetto della sala, ma la sera prima l'aveva tirata fuori per mostrarla ad un amico e l'aveva lasciata sul mobile. E adesso il misterioso giovane se l'è presa e poi è sparito!Dopo qualche indagine si viene a sapere che il misterioso giovanotto è Alain Lagrange, il figlio minore di Francois Lagrange, un poveraccio sempre al verde, che finge sempre di essere vicino a concludere un grosso affare e poi spilla agli amici i soldi per l'aperitivo o per un taxi.
Quando Maigret va a parlare con Francois Lagrange quest'ultimo sembra gravemente malato e anche un po' pazzo, sicuramente molto turbato. Ovviamente Maigret sente puzza di bruciato, e chiedendo in giro alle portinaie e ai tassisti scopre che la notte prima Lagrange ha trascinato fuori casa un pesante baule e poi lo ha lasciato al deposito bagagli della stazione.
Maigret va a recuperare il baule, e quando lo apre, sorpresa! C'è dentro il cadavere del notissimo deputato Delteil!

Le prove incastrano Francois Lagrange, il cadavere era in casa sua e lui se ne è liberato. Ma Lagrange non parla, non vuole chiarire cosa avesse a che fare un tipo come lui con un potente e temuto deputato, non vuole spiegare i motivi del delitto né fornire particolari, anzi, si finge pazzo per non dover rispondere.
Cosa c'entra il vecchio disgraziato Lagrange con il ricco e potente Delteil? Perché Delteil è finito morto dentro il baule di Lagrange? E cosa c'entra nella vicenda il povero Alain Lagrange, che il giorno dopo il delitto aveva urgenza di parlare con il commissario, ha rubato la rivoltella e poi è sparito?
E che ruolo ha nella vicenda Jeanne Debul, una ricca e raffinata signora che spesso riceveva in casa il vecchio Lagrange e gli dava persino dei soldi?
L'inchiesta all'improvviso prende una svolta: Alain Lagrange usa la rivoltella di Maigret per rapinare un uomo e pagarsi un biglietto per Londra. La Debul fa le valigie in fretta e furia e vola anche lei a Londra. Cosa c'è di tanto urgente a Londra?

Il commissario è costretto ad una trasferta oltremanica, a caccia del giovane Lagrange e della Debul. In terra british il commissario si sente improvvisamente fuori luogo, non sa come comportarsi, gli inglesi sono così diversi dai francesi! Sono precisi, non bevono in servizio, rispettano tutte le regole, non lasciano trasparire i loro sentimenti. Maigret invece è irritato da morire e non riesce proprio a nasconderlo!
A Londra il tempo è splendido, e tutti quegli inglesi di buon umore per la giornata di sole che ripetono continuamente "bella giornata, sir!" non fanno che esasperare il povero commissario.Già perché il povero Maigret la bella giornata non se la gode proprio, tutto ciò che vede di Londra è la hall dell'hotel Savoy, dove è costretto a starsene appostato tutto il giorno in attesa dell'arrivo di Alain.
A Londra, dopo la lunga attesa la soluzione dell'inchiesta arriva, chiara e semplice come sempre, e Maigret finalmente riesce a capire chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Io ovviamente non vi svelo l'arcano!

Nell'ultima parte del romanzo, quella ambientata in Inghilterra, la scrittura di Simenon si fa sottilmente ironica e pungente, e il personaggio di Maigret diventa addirittura umoristico in certi tratti. L'ironia, tramite il confronto tra Maigret e i colleghi d'oltremanica, colpisce gli inglesi, troppo educati, precisi, discreti e "ammodino" per i metodi di Maigret, insomma il famoso aplomb britannico colpisce ancora.
Ma l'ironia non risparmia neanche il commissario e le sue abitudini più mediterranee, il vizio di bere anche se è in servizio e un certo sprezzo delle regole che in Francia non ha grosse conseguenze, ad esempio l'abitudine di entrare nei luoghi senza mandato, con la complicità di portinaie e cameriere sempre pronte ad aiutare la polizia.
Un ritratto del commissario che forse non è insolito, ma sicuramente ha un leggero gusto di auto-critica del personaggio che lo rende sicuramente molto più sfizioso.

Maigret resta il mio sbirro preferito, quello più umano e più sensibile di tutti, quello che non ha paura di ammettere i propri errori, i propri sentimenti e la propria parzialità.
Uno sbirro senza pistola e senza uniforme, che si aggira per una Parigi animata e misteriosa, saltando da una brasserie ad un'altra per un panino o per un calvados, che sa godere dei piaceri di un buon bicchiere, di un buon manicaretto e di una bella fumata, e che torna sempre nel suo porto sicuro di Boulevard Richard-Lenoir, dalla sua dolce signora Maigret.
Leggendo le sue inchieste pian piano mi sono affezionata alla figura del commissario con il cappotto col risvolto di velluto, il cappello e la pipa fumante, è diventato uno di famiglia, un vecchio zio bonario ma umorale, che conosco bene e che ogni tanto mi racconta una delle sue avventure…

Quindi si, ve lo consiglio a tutti, i polizieschi classici sono intramontabili, e se scoprite che vi piace Maigret diventerà uno di famiglia anche per voi, e troverete pane per i vostri denti, visto che i romanzi di Simenon che lo vedono protagonista sono 76! La casa editrice Adelphi li sta pubblicando tutti poco alla volta nella collana "le inchieste di Maigret" al prezzo di 8 euro per ogni libro.


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