lunedì 24 gennaio 2011

Lemmy Kilmister - La Sottile Linea Bianca

Lemmy è un personaggio talmente famoso che basta il nome per capire di chi sto parlando, il cognome (Kilmister) è una inutile ripetizione.
Per chi negli ultimi 40 anni avesse vissuto in un bunker o per chi ha davvero poca dimestichezza con il rock 'n' roll, Lemmy è il cantante e bassista dei Motorhead, icona vivente della sacra triade sesso, droga e rock 'n' roll. Da sempre ha vissuto di eccessi, non si ferma neanche davanti alla vecchiaia, ha sfiorato la morte in numerosi modi diversi, e persino la scienza non riesce a spiegarsi come faccia ad essere ancora vivo.

Tanto per dare un'idea, Lemmy è del 1945 (65 anni!), nella vita ha sempre fatto soltanto il musicista rock e ogni giorno fuma due pacchetti di Marlboro e beve due bottiglie di Jack Daniel's. Non ci è dato di sapere il consumo quotidiano di droghe, e francamente è anche difficile immaginarlo. Ma Lemmy non è solo una rockstar che sguazza negli eccessi: lui è il monumento vivente al rock 'n' roll, quello che più di tutti ne ha fatto uno stile di vita, una leggenda col marchio di fabbrica (il baffone a manubrio).

Nella sua autobiografia Lemmy racconta l'infanzia, gli esordi con gli Hawkwind, la creazione della sua creatura, i Motorhead, i rapporti con gli altri musicisti, gli alti e bassi della band. Naturalmente racconta con dovizia di particolare gli aneddoti più estremi legati alle droghe, all'alcol, al sesso.
Purtroppo indulge poco nella sua vita privata, a parte citare la casuale nascita di due figli e alcune delle numerose ragazze che ha avuto, ma credo che Lemmy abbia voluto tenere qualcosa per sè.
Dalle pagine traspare l'amore per il rock 'n' roll, la determinazione e la fiducia nella propria band, la consapevolezza di aver fatto delle scelte coerenti con se stesso ma discutibili per i più. Ma soprattutto emerge un personaggio ironico e auto-ironico, dissacrante, tremendamente simpatico e dall'intelligenza acuta.

Lemmy è Lemmy, nel bene e nel male. Questa autobiografia da al lettore quello che si aspettava: la vita di una rockstar senza limiti nè senza peli sulla lingua e un sacco di pettegolezzi e aneddoti gustosi su altre rockstar. Anche il linguaggio è quello che ci si aspetta da Lemmy.
Se vi aspettate qualcosa di diverso rimarrete delusi.

"Fu un periodo incredibile l'estate del '71: non ricordo più un cazzo, ma non la dimenticherò mai!"

Per la cronaca, il titolo non si riferisce alla cocaina (eheheh troppo facile) bensì all'anfetamina.

La Sottile Linea Bianca
Lemmy Kilmister
Baldini e Castoldi
2008


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