I protagonisti sono Ron e Earl, il primo è un giovane spacciatore di buona famiglia che finisce in carcere a San Quentin, dove incontra Earl, un uomo che ha passato la maggior parte della vita in prigione fin da quando era ragazzino. Earl si affeziona al ragazzo, che difficilmente potrebbe sopravvivere a San Quentin, così giovane e inesperto delle regole non scritte del carcere, diventando la sua ala protettiva e istruendolo sulla sopravvivenza in cella. Un'amicizia profonda che attraversa tutte le esperienze più dure: l'isolamento, le minacce, i conflitti razziali, l'omicidio. Il romanzo culmina con un progetto di evasione, che al lettore, ormai entrato nei meccanismi di San Quentin, pare ormai inevitabile e per nulla inaspettato. Naturalmente non vi svelo il finale, che però mi ha sorpreso abbastanza, conoscendo Edward Bunker.
Uno sguardo spietato ed estremamente realistico sulla vita dei carceri duri americani e sui conflitti razziali: nessuno entra in carcere razzista, ma un clima di paura genera odio, e alla fine la Fabbrica trasforma gli uomini in animali, che sono costretti a fare branco per sopravvivere, ad usare la violenza come linguaggio di un mondo a parte, diverso da quello libero, con diversi valori etici e regole non scritte.
Un romanzo crudo, spietato e profondo, che gioca sulle contrapposizioni: quella tra prigionieri e secondini, quella tra bianchi e neri, quella tra detenuti degni di rispetto e detenuti infami.
Mi è piaciuto tantissimo, Edward Bunker si conferma uno dei miei scrittori preferiti.
Animal Factory
Edward Bunker
Einaudi, 2004
1 commenti:
crudo, spietato e profondo! Quest'analisi è molto interessante...
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