Secondo capitolo della trilogia
marsigliese di Jean-Claude Izzo, Chourmo è stata la mia prima volta
con questo autore, e dire che mi è piaciuto da morire è poco, ne
sono rimasta folgorata.
Fabio Montale è uscito ormai dalla
polizia, è un uomo deluso dalla vita, disincantato e rassegnato, ma
innamorato della sua Marsiglia e che riesce ancora a godersi piaceri
come la cucina e la vista del mare. L'arrivo di sua cugina Gelou alla
ricerca del figlio adolescente scappato di casa e scomparso lo
costringe e tornare di nuovo nelle strade delle cites, nei vicoli
angusti, nei bassifondi di Marsiglia, scoprendo rapidamente che il
ragazzo non è che la punta di un iceberg criminale che vede
coinvolti i fondamentalisti religiosi arabi, rispettabili
professionisti francesi, la Mafia italiana, e una miriade di poveri
disgraziati che vengono trascinati in un dramma nero come il peccato.
È dura scrivere una recensione di
questo romanzo, e non perché la storia sia complessa o difficile da
raccontare, ma perché dentro c'è tutto. Soprattutto c'è Marsiglia,
una città raccontata attraverso i profumi e colori nelle viuzze del
porto vecchio, il cemento delle periferie degradate delle cités, i
suoi abitanti provenienti da altrove e diventati parte della ciurma
di una città di porto multietnica e definita da luci e ombre.
E poi ci sono gli odori e i sapori dei
piatti della cucina marsigliese che vengono continuamente cucinati e
mangiati in ogni capitolo, che a leggerli ti viene fame: pesci e
frutti di mare, menta e basilico, pomodoro e peperoncino, stufati di
carne accompagnati da vini provenzali.
E infine c'è il mare, che con i suoi
colori e mutamenti riflette lo stato d'animo di Montale, vero
specchio dell'anima per chi è nato e cresciuto in un porto.
E quando parlano di Noir Mediterraneo, ecco è tutto questo e anche altro.
E quando parlano di Noir Mediterraneo, ecco è tutto questo e anche altro.
Io sono nata e cresciuta a Livorno,
città di porto e città di mare, di profumi di pesce e peperoncino,
popolata da mercanti, marinai, pirati, ladri, banditi e reietti di
tutto il mondo, che a Livorno furono invitati e accolti a popolare la
nuova città, e questo retaggio si respira ancora nelle strade, sulle
banchine del porto, nei bar e nelle osterie.
Ed è stato inevitabile riconoscere
nella Marsiglia di Izzo qualcosa della mia città: il Chourmo,
probabilmente.
Quando ho finito di leggerlo non
riuscivo a staccarmi da Fabio Montale e dalla Marsiglia immaginaria
creata nella mia mente. Le uniche due cose che mi sono venute in
mente per parecchie ore sono di organizzare un viaggetto a Marsiglia
e di dire a tutti “leggete Izzo, leggete Izzo, leggete Izzo”.
Citazioni e frasi:
“Sul menu, pomodori, patate, zucchine
e cipolle ripiene. Avevo fame ed era delizioso. Mi piace mangiare.
Soprattutto quando ho dei problemi e la morte mi passa vicino. Ho
bisogno di ingurgitare cibo, verdure, carne, pesce, dolci. Di
lasciarmi invadere dai sapori. Non avevo trovato niente di meglio per
negare la morte. Per salvaguardarmene. La buona cucina e i buoni
vini. Come un'arte della sopravvivenza”.
“Mi dicono a volte che i miei libri
sono neri e pessimisti, ma il più bel complimento che spesso mi
hanno fatto è dirmi che quando si finisce di leggerli viene una
maledetta voglia di vivere”.
(Jean-Claude Izzo)
Titolo: Chourmo, il Cuore di Marsiglia
Titolo originale: Chourmo
Autore: Jean-Claude Izzo
Traduttrice: Barbara Ferri
Casa Editrice: E/O, 2000
257 pagine
1 commenti:
naturalmente lo leggerò! Ma racconta un po', questi pirati a Livorno...
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