Dopo la folgorazione con Black City, sono passata subito a leggere un altro romanzo di Victor Gischler, approfittando degli ultimi sconti dei distributori di libri online (dal 1 settembre è finita la pacchia degli sconti superiori al 15%).
E anche la Gabbia delle Scimmie si è rivelato un romanzo divertente, pieno di azione e di violenza, un mix che non mi delude quasi mai, ed è pure stato candidato all'Edgar Award, come bollino di garanzia. Stavolta non ci sono scenari apocalittici, lo scenario che fa da sfondo alle vicende è quello del sottobosco criminale di Orlando, popolato da boss della malavita, scagnozzi che sembrano incarnare i migliori stereotipi del genere, pupe molto sveglie con cui progettare una fuga tropicale.
La Gabbia delle Scimmie è una stanza sul retro del bar O'Malley, dove gli uomini di Stan giocano a Monopoli, bevono, fumano e gestiscono le varie attività dell'organizzazione; Stan gestisce le attività criminali di Orlando, ed è un vecchio boss ormai sul viale del tramonto. E Charlie Swift, detto il Sarto, è il suo braccio destro, un uomo duro e disincantato, violento quando ci vuole ma dal cuore tenero quando si tratta della famiglia e di Stan.
Il romanzo inizia quando tutto comincia ad andare a rotoli, con una botta iniziale di sangue e violenza nei primi capitoli (che da soli meritano l'acquisto) veramente fantastica; la gabbia delle scimmie è distrutta, Stan è sparito, e gli altri della banda sono morti o scomparsi. Cos'è successo da quando Beggar Johnson, il boss di Miami, ha deciso di mandare in pensione Stan e appropriarsi dei suoi affari?
Charlie deve scoprire cosa è successo alla Gabbia delle Scimmie e a Stan, cercare di salvarsi la pelle e magari trovare anche il malloppo di cui si parla. Ma deve anche proteggere i suoi affetti, la mamma, il fratello e la sua ragazza, e la sua nuova donna Marcie, tassidermista e artista che sembra fatta apposta per lui.
Gli ingredienti per un bell'hard-boiled ci sono tutti, e Gischler li ha cucinati a puntino, creando un romanzo incalzante che mi ha tenuta appiccicata alle pagine, e dando vita ad un fantastico perdente dedito al crimine ma irresistibilmente simpatico. I personaggi secondari danno vita ad un ritratto del mondo criminale a tratti molto stereotipato, ma con parecchi tocchi di originalità ed una certa tendenza al grottesco; alcune scene non solo mi hanno strappato dei sorrisi, ma vere e proprie risate. Il romanzo rallenta un po' nella parte centrale, per poi finire in bellezza con un serrarsi progressivo dell'azione, e culminare infine con un bel massacro, pallottole e sangue come se piovessero, ed un lieto fine che però non mi ha completamente convinta – ma questo è un mio limite, il lieto fine mi fa venire l'orticaria nel 90% dei casi.
Victor Gischler si conferma uno degli scrittori più sorprendenti e interessanti in cui mi sia imbattuta negli ultimi tempi, non vedo l'ora di incontrarlo in autunno :-)
"Non ho fatto molto di cui andare orgoglioso. Me la cavo bene con i pugni e con la pistola, non esattamente il genere di cose che inorgogliscono tua madre, colpiscono una brava ragazza o ti rendono un benefattore della società. Okay, non sono un cittadino modello…ma ho una regola, una sola regola che ho sempre rispettato a qualsiasi costo. Sono sempre stato buono con chi è stato buono con me."
Titolo: La Gabbia delle Scimmie
Titolo originale: Gun Monkeys
Autore: Victor Gischler
Autore: Victor Gischler
Casa editrice: Meridiano Zero, 2008
Collana: SottoZero
320 pag.
4 commenti:
E' il romanzo che Victor consiglia di leggere a chi non lo conosce, dice che è un bel mix esplosivo, e io ci credo! Lo leggerò!
Lo voglio.
E' il prossimo libro che leggo di sicuro :)
ciao!
l'ho letto per caso e perché era consigliato da lansdale. davvero un grande libro: semplice, spietato e divertente.
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