Le Newton e Compton ha fatto un'ottima cosa a pubblicare questo romanzo direttamente in edizione economica, come ben si addice ad un pulp; cosa un po' meno riuscita è la traduzione del titolo: "Black City" non c'entra un fico secco con la trama, originariamente e appropriatamente era intitolato “Go Go Girls of the Apocalypse”. Anche la copertina è fuorviante, una bella ragazza con un rivolo di sangue all'angolo delle labbra, copertina che forse tenta di cavalcare l'onda vampiresca del momento, ma di vampiri (per fortuna) non ce n'è nemmeno l'ombra; l'unica cosa che ci azzecca è il fungo nucleare sullo sfondo.
Ma vale sempre la regola “don't judge a book by its cover”, e dentro alla copertina ingannevole c'è uno dei romanzi più divertenti e coinvolgenti che abbia letto negli ultimi mesi.